27 Ott Legno truciolare, la soluzione ecosostenibile per la tua cucina
Quando parliamo di legno truciolare indichiamo un pannello in fibra di legno composto dagli scarti delle lavorazioni del legno stesso, impastati con materiali leganti e quindi pressati.
Cosa sapere sul legno truciolare per poter utilizzare questo materiale in cucina
Come abbiamo evidenziato in apertura, questa tipologia di pannelli si ottiene attraverso quelli che potremmo definire “scarti del legno” che possono essere di diversi tipologie in base alla dimensione. Quelli più comuni sono i pannelli di particelle, formati da trucioli di granulometria fine e molto fine e disposti preferibilmente nella parte esterna del pannello, mentre quelli più grossi nella parte interna, senza un orientamento preciso anche in virtù delle loro dimensioni ridotte e lavorati tramite pressatura a caldo.
Si tratta di un pannello che viene successivamente nobilitato nelle superfici con vari materiali per ottenere l’effetto finale desiderato, materiali tra cui troviamo:
- La carta decorativa:
Carta che viene impregnata di resina a base di melamina per ottenere la nobilitazione del Tecnolam e del Synchroface con finiture colorate o con effetto legno o graniglia.
Possono anche essere più strati di carta impregnata con resine termoindurenti, quindi uno strato imbevuto in resine melaminiche decorato e infine uno strato protettivo esterno per i laminati e Fenix® in tutte le loro finiture.
- La vernice poliestere:
una volta spalmata crea uno strato che funge da fondo a una finitura superficiale poliuretanica allo scopo di ottenere un risultato coprente ed omogeneo dei laccati opachi, lucidi, metallizzati ed effetto metallo.
Questi pannelli di legno per poi poter essere idonei all’ambiente della cucina devono essere certificati FSC Misto, certificazione che conferma la loro combinazione di legno e cellulosa proveniente da foreste gestite in modo responsabile e controllato, e che i pannelli sono realizzati al 100% con legno post-consumo.
Inoltre sono a bassa emissione di formaldeide, tanto da rispettare le norme più restrittive, quelle giapponesi, che classificano i pannelli a base legnosa in quattro classi di emissione, dalla F* alla F****.